Alcune Testimonianze:

Un Caso di glaucoma

Qui la bella testimonianza trilingue (francese, italiano e inglese) di Lucien, insegnante di terza elementare di mio figlio Francesco alla Lycée Française Victor Hugo di Firenze. Il glaucoma di Lucien era diventato così grave che era costretto a lasciare il lavoro perché non riusciva a vedere la porta della scuola. Dopo tre sessioni è stato in grado di lavorare di nuovo. Merci, Lucien!

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“… E Vissero Felici e Contenti”

Da L., PR, 34 anni:“Sono un ragazzo sulla trentina. Stavo già lavorando con Leonardo riguardo a diverse mie situazioni personali, portando avanti di pari passo meditazione e altri trattamenti o lavori, su aspetti psicologici ed esistenziali.

Come ad esempio gestire la mia estrema sensibilità o i problemi con il mio “odiato” lavoro e i malesseri che ne derivavano. Lavoro che ho poi lasciato qualche mese dopo, per trasferirmi seguendo i desideri del mio cuore.Ho trattato l’argomento relazioni amorose all’inizio con Leonardo, poi con Grace, e con entrambi. La situazione fin dall’inizio è cambiata e sono passato dall’avere zero relazioni, anche se non c’erano apparenti motivazioni per cui dovesse essere così, a qualche relazione via via “migliore” sotto vari aspetti, ma non vere e proprie storie d’amore e non ancora quella giusta….fino ad una incredibile storia d’amore meravigliosa sotto ogni aspetto, naturale, spontanea. Perfetta fin dal primo istante. Io ero pronto…eravamo pronti. E continua felice, molto felice.Questo è accaduto anche dopo aver fatto trattamenti e lavori per rifinire la mia spiccata intuitività e coniugarla con la mia vita sentimentale. Un giorno li ho chiamati molto molto entusiasta e raggiante di gioia perché su Tinder avevo avuto un match con una ragazza, J., violinista di 31 anni che per qualche ragione, oltre ad essere molto… molto bella, mi aveva attirato e colpito, ma in modo molto particolare e già coinvolgente. E l’interesse era ricambiato.

Dopo il primo incontro già avevo deciso di trasferirmi da lei e anche lei desiderava lo stesso e così è accaduto di lì a poco…Ho voluto presentarla a Leonardo e Grace entro pochi giorni dal nostro incontro ed è stato come se ci fossimo sempre conosciuti. Lei potrebbe essere la sorellina di Grace, viste anche le sue origini asiatiche e la sua passione per la musica. Tra l’altro quando c’è l’occasione suonano insieme.Ripensando a tutto questo, che è stato ampiamente più bello e felice e incredibile di quanto possa esprimere qui, ci siamo accorti che l’algoritmo di Tinder non avrebbe mai potuto farci incontrare data la lontananza geografica.

Un segno? Forse una prova del nostro potere creativo e di manifestazione. Chissà… in fin dei conti non è così importante, ma scherzando ho ringraziato quell’applicazione infinite volte.Quello su cui ho riflettuto è il fatto che molto, molto più spesso di quanto pensiamo la qualità delle nostre relazioni non è di certo il meglio o quello che nel profondo di noi vorremmo davvero.

O addirittura è fonte di grandi sofferenze che tendono a ripetersi. Tutto questo andrebbe risolto e i metodi tradizionali, per così dire, non hanno l’occhio abbastanza lungo da poter sondare quali sono le reali cause profonde di tutto ciò.

E le cause possono essere di varia natura, difficilmente visibili e rintracciabili dalla persona stessa, che di solito ne è quasi ignara. Quindi è di grande importanza trattare tutti gli aspetti necessari e cercare chi in modo armonioso e senza forzature può farlo”.

Un tumore guarito dalla Vita (da me e Padre Pio)

Mio padre è sempre stato un uomo sofferente e tormentato, anafettivo, contro il quale giocava anche una cronica intelligenza sommata ad una isteria geografica tipica, di stampo romagnolo; non a caso gli fu diagnosticato un tumore al pancreas, che dal punto di vista psicosomatico significa “incapacità di chiedere amore”.

Quando grazie alla palpazione l’ottimo e onesto medico di famiglia Dott. Bonfiglioli si accorse che qualcosa non andava, iniziarono gli esami che ebbero un risultato implacabile: tumore al pancreas, esteso, con prevedibile risultanza esiziale nei tre ai sei mesi a venire. Due masse di quattro centimetri di diametro ognuna facevano presagire che ben presto mio padre sarebbe diventato giallo per via dell’ittero dovuta al blocco del dotto coledoco; allora lo avrebbero sedato attendendo la morte. L’ottimo gastroenterologo Pierpaolo Dal Monte, mio amico di vecchia data, uomo saggio e lungimirante, mi consigliò di non fargli espiantare il pancreas per nessun motivo. Tale opzione è attuata da medici arrivisti che considerano oramai “inutili” gli ultimi mesi di un moribondo, e che calcolano la probabilità di riuscirlo a mantenere in vita per sei mesi dopo l’intervento, con atroci dolori, sedazione e ogni tipo di umiliazione, riuscendo però così a rientrare dentro la casistica che definisce come “ottimamente riuscita” l’operazione dopo la sopravvivenza del povero moribondo per sei mesi e un giorno; più la soddisfazione di essere pagati per aver operato. Certo, non importa a nessuno che ci possano essere altre possibilità, dato che non sono “credibili” da un punto di vista teoretico, ovvero che non siano approvate da Galeno – come un tempo – o corredate da varie peer review, come richiede la odierna superstizione scientista.

Del resto – sempre di scienza parlando – l’ottimo fisico David Bohm – ci faceva sapere che anche “in fisica, perché qualcosa di nuovo accada, bisogna che un’intera generazione di fisici muoia”. Mio padre stava iniziando ad avere sempre più difficoltà a digerire, ma non voleva ospedalizzarsi. Sapevo che avrebbe preferito morire da vivo e non attaccato a vari tubi. Mi chiese senza remore: “Leonardo, dimmi cosa devo fare ed io lo farò. Seguirò precisamente i tuoi consigli, ho fede nella tua onestà, nelle tue cure e nella tua intelligenza, degna degli Anfolsi”. Così mi parlò. Una volta mi equiparò perfino a un “moderno Marsilio Ficino”. Invece mia madre non mi ascoltò e finì fra le grinfie dei medici riduzionisti che ne fecero uno dei loro tipici casi di ammalati perenni, per i quali le precauzioni sono innumerevoli, ma le attenzioni riguardanti differenze e specificità uguali pressoché allo zero. Protocolli, li chiamano, come quelli degli ambasciatori. Il problema è che mia madre, irrazionalmente, nonostante la sua bonomia, la sua generosità e simpatia, non imparò mai a comunicare cogli altri ed a capire le questioni ascoltando – prima – chi davvero è che ti sta parlando e – solo dopo – cosa cerca di dirti/farti credere.

Oramai anziana non volle ascoltare i consigli di mia sorella e miei, che ben conoscevamo il suo instabile stato mentale/caratteriale, così decise seguendo la medicina convenzionale che le prescrisse cure e operazioni “onde evitare ulteriori problematiche”, il che in genere viene stimato equiparando ogni ammalato alla casistica relativa al ciccione americano rincitrullito medio.

Dopo una anestesia totale, come avevo previsto, perse buona parte di sé. Ma ad uno rispettato specialista che gli frega, questi sono fattori secondari ed il protocollo era stato rispettato. Da parte mia la feci ridere e lei si divertì per tutto il giorno quando la portai al pronto soccorso, dato che sanguinava dalle mani, come capita a tutti i fessi che si fanno incastrare nel ballo di anticoagulanti VS patologie croniche e mai guarite davvero, innescando così un “mantenimento” prezioso per le farmaceutiche. Mi inventai un film horror nel quale lei era una specie di Dracula ed io dovevo fuggire dal suo morso mortale “Donna, le tue mani sono sporche di sangue innocente!”. E lei rideva: “Facciamo presto, prima che sorga di nuovo il sole”.

E rideva… Tornando a mio padre, stavamo chiacchierando nel dopo pranzo di religione e di santi. Io lo prendevo in giro, dato che da ateo, dopo una vita da materialista iperscientista, si era fatto cattolico, come ammetteva lui, “per paura”. “Babbo, ma non ti sembra poco dignitoso? Insomma, dico, che valore ha ‘Pentirsi’ dopo che la tua vita è stata una bandiera della scienza e – lasciami dire – anche della libertà che l’indagine scientifica – quando ben condotta – può dare?” “Leonardo, credimi, non mi importa. Io ho bisogno di credere che ‘lassù’ ci sia un gancio a cui attaccarmi per non pensare che io debba morire per sempre”.

Devo ammettere che davanti a pensieri così ‘semplificati’ da filosofo e da buddhista ero in imbarazzo, ma a quanto pare avere avuto tale figlio, alla fine, portò bene a Renato, che più di una volta mi aveva fatto notare che nel suo nome vi era un segreto, quello di una rinascita. Leonardo with his Father “Del resto” pensai “forse è vero quello che diceva San Paolo ‘La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono’” ammisi, nonostante consideri “paolino” una offesa o una parola più vicina a “Paperino” che ad una sincera spiritualità. Ma avvenne il miracolo. Dopo questo discorso post prandiale, approvai certamente la devozione per Padre Pio di mio padre; era Padre Pio un santo considerato in modi opposti da i suoi fideles e dai suoi detrattori, un santo che mi sembrò semplicemente un mago del periodo elisabettiano o vittoriano nato nella Campania più sperduta e rurale, una specie di John Dee o di Francis Barret dei poveri, che aveva stilato e firmato, come loro fecero, il suo patto di sangue con l’Angelo Custode, un patto che si sarebbe estinto nella vecchiaia, di colpo, come accade anche ai suddetti maghi, dando dapprima potere e guarigione, ma anche tormento, come spesso ancora accadde a molti iniziati alla magia rituale teurgica. Un caso antropologico, insomma, quello di Padre Pio, ma anche una vita che porta un carico di umanità e sincerità, una testimonianza di grande pregnanza spirituale che a mio parere non viene intaccata dall’isteria della persona o del contesto, ma che è anche un fatto famigliare, dato che mio nonno materno ne era devotissimo, deriso da mio padre, e che aveva ricevuto dal frate due messali, con la bellissima dedica di Papa Pio XII, cito a memoria: “A che il sacerdozio di Melchisedec si perpetui”. Ad un certo punto, mio padre si addormenta con il capo reclinato sul petto, da seduto, nella sua stanza da letto. Io da giorni avevo pregato per lui chiedendo, se era giusto, che mi fosse data la facoltà di guarirlo.

Ma doveva accadere in quel momento, mentre ero seduto davanti a lui semiaddormentato. Una folata di vento mi entrò dalla schiena, potrei descriverla con la forma di un “cono di vento divino” con la base nella mia schiena, o chissà dove, ma certamente il vertice addosso a mio padre che, un istante dopo quel primo impatto di forza, sobbalzò.

Durò circa venti secondi quel vento, nei quali sentii estasi, come anche che si stava compiendo qualcosa di enorme. Vedendolo sobbalzare gli chiesi “Cos’è successo?”. “Sento caldo” Rispose. “Bene” pensai “E’ andata”. “Riposa, io vado, a presto babbo”. Poche settimane dopo una ecografia mostrava che i tumori erano dimezzati. Il Dott. Dal Monte ridacchiò contento e un po’ commosso e mi disse: “Ascolta: squadra che vince non si cambia. Continua a fare quello che stai facendo e navighiamo a vista. Sono felice per voi!”.

Dopo ben dieci anni – per dire quanto fossimo bisognosi nell’analizzare il miracolo della vita – un’altra ecografia ci mostrò che le masse erano scomparse. Dopo l’effetto eclatante del “mio” intervento energetico su mio padre, decisi di aiutarlo con una cura omeopatica dato che notai come la sua scorza di uomo insensibile, con l’età, andava scalfendosi. In effetti essendo io molto attivo altrove, dovetti trovare questa soluzione per incoraggiarlo a continuare questo suo raddolcimento. Lo feci conoscere a un anziano medico omeopatico, Alberto Del Conte, con cui condividemmo piacevoli circostanze conviviali. Questi, medico di comprovata capacità, gli dette una cura perfetta per il caso a base di Arsenicum, rassicurandomi sul fatto che sempre gli ammalati di cancro al pancreas ne ricevono un grande ed inaspettato beneficio.

La sua esperienza cinquantenaria di agopuntore e omeopata era leggendaria e, sovente, capivo che uso faceva dell’ironia o creando reazioni nei pazienti per diagnosticarne lo stato grazie alla descrizione psicologica data dalla medicina cinese a riguardo di ogni disfunzione delle varie “funzioni-di-organo”. Mio padre, dopo la diagnosi a ottantuno anni di tumore al pancreas, completamente guarito dal miracolo della vita, morì infine a cento, leggasi 100 anni, mantenendosi fino a quel momento in buona salute. Qualche settimana prima della sua morte divorò una intera, enorme, tavoletta di cioccolata senza averne nessun effetto visibile. Lo trovammo sorridente, dopo che aveva fatto scomparire ogni prova, con una espressione sorniona e soddisfatta.

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Lesioni da sforzo reiterato

J.T., violinista, 30 anni:

Due anni fa ho sofferto di una lesione acuta alla spalla sinistra e al collo, in conseguenza a un eccessivo esercizio con il violino. Quale musicista professionista, la lesione era invalidante, poiché limitava fortemente il tempo che potevo dedicare giornalmente a suonare e alle esibizioni.

Ho cercato l’aiuto di specialisti di lesioni dello sport e musica, terapeuti del massaggio, terapisti fisici e chiropratici, e nonostante il sollievo fisico al momento, si trattava sempre di una soluzione temporanea.

Quando Grace fece la prima seduta con me, sentii un mutamento immediato nel mio corpo. Era come se potessi sentire la mia spalla e il collo mentre si spostavano nelle sedi appropriate, e per la prima volta in due anni sono stata in grado di suonare e di esibirmi tutto il giorno senza alcuna sensazione di fatica o dolore.Raccomando caldamente una seduta a chiunque speri di guarire una lesione difficile.

Un nodulo tiroideo sparisce

Un paio d’anni fa ho conosciuto V. N., una donna di 39 anni che lavorava come ferrista per uno stimato chirurgo. Era sposata con un uomo che però si sentiva inferiore a lei, avendo studiato meno e facendo un lavoro meno prestigioso.

Quando l’ho conosciuta era molto stanca, visto che nonostante fosse incinta di otto mesi lavorava ancora. Il marito tendeva a fare storie e lamentarsi, lasciando che la moglie si occupasse totalmente del figlioletto piccolo, fino a piegarsi per raccogliere i suoi giocattoli da terra mentre il marito stava spaparanzato a fumare e bere le sue birre davanti alla TV.

Io mi stavo inquietando solo a vedere questa scena, e mi chiedevo che sforzo immane dovesse esser per lei di non sgridarlo, o almeno pronunciare una parola per sé. Non mi ha sorpreso minimamente il fatto che le fosse stato trovato un nodulo di 3 cm alla tiroide.

Ormai aveva un neonato oltre al vivace figlio di 3 anni. Mentre il marito era diventato leggermente più attivo nell’occuparsi del primogenito, la madre era esausta. Litigavano spesso. Lei era pallida,stanca e curva. Si lamentava di mal di schiena, mal di testa e sordità da un lato. Ha confessato che non vedeva l’ora di tornare al lavoro.Le abbiamo fatto una seduta in cui abbiamo aggiornato la funzione della tiroide, oltre a riequilibrare sistema nervoso e flusso sanguigno allo scheletro.

Terminato il trattamento, stava molto in piedi con una postura molto più eretta. Qualche tempo più tardi, la donna ha chiamato per raccontare che era tornata per un’altra ecografia, ma il nodulo non si vedeva più.Eccellente! Spero che abbia imparato ad esprimere i suoi bisogni al marito in modo funzionale…

Spiderman va a scuola

Un esempio personale:

mio figlio Francesco aveva 4 anni, frequentava l’asilo. Una mattina “faceva Spiderman” fra due tavoli, è scivolato, e si è spaccato il mento. Le insegnanti mi hanno chiamata – ero ancora in zona, e sono subito accorsa.

Francesco era nel corridoio circondato da un accrocchio di adulti fra insegnanti e bidelli che cercavano di tenergli il ghiaccio, di disinfettarlo… urla, sangue, una grande agitazione. Dicevano che bisognava chiamare l’ambulanza e portarlo in ospedale, qui c’è bisogno di punti, c’è un lembo di pelle sollevato. L’ho preso e l’ho abbracciato, e ho cominciato a fargli la tecnica del Soccorso Veloce.

Si è calmato subito, in 2 minuti ha cessato il pianto in 5 e il sangue si è fermato, e dopo 10 minuti ha chiesto di tornare in classe con solo un cerotto sul mento. Quando sono tornata a prenderlo dopo scuola ho chiesto come andava – e non si ricordava neanche di essersi fatto male la mattina. Certo c’è rimasta la cicatrice per molti mesi, un taglio pulito di circa un centimetro, e si sentiva anche una sporgenza sull’osso sotto, ma senza il trauma addizionale del viaggio in ambulanza, dei punti, il perdere la mattinata (almeno) in ospedale.

Ho notato una cosa interessante, però: mio figlio era caduto alcuni anni prima, quando aveva appena iniziato a camminare, e allo stesso modo si era fatto un taglio il sopracciglio sul bordo del marciapiede.Tuttavia, quell’incidente era accaduto prima che avessi incontrato queste tecniche e quella prima cicatrice aveva continuato ad essere visibile per molto più tempo, anni dopo che la cicatrice da Uomo ragno era già diventata invisibile.

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Periartrite della spalla

Da A.L., Veggente, 65 anni:

Soffro di periartrite alla spalla e al braccio destro. Ho fatto una seduta con Grace, e subito lei ha trovato la causa del problema in una eccessiva presa di responsabilità da parte mia. Ha visualizzato come una gabbia che mi impediva il movimento.

Appena Grace ha iniziato a lavorare io ho sentito tepore ed energia che cominciava ad espandersi e a fluire dalla spalla al braccio, e lentamente ho ripreso l’uso del braccio fino ad allora impedito. Mi sono sentita molto più leggera ed ora sto bene.

Grazie mille per tutto, grazie di cuore.

Un pacemaker inutile

V.P., amministratore scolastico in pensione, 62.

Seguivo già da tempo con interesse quello che Reiyō scriveva nei suoi libri e nei suoi interventi online sullo zen, sulla meditazione, l’illuminazione e le sue esperienze personali. Reiyō è il suo nome da monaco, come il mio è Bansō, ed in comune abbiamo sempre avuto il dono della guarigione, un impegno che per un buon periodo è stata l’attività che più ho amato, a beneficio di tutti. Diciamo che c’era il lavoro da impiegato di cui vivere e poi la mia attività di guaritore e di insegnante di discipline olistiche. Devo dire che per competenza e capacità non ho mai incontrato nessuno come Grace e Reiyō, e per dire di quanto sono riuscito a realizzare grazie a Reiyō devo raccontare la mia storia. Un bel giorno – dopo vicissitudini tormentose – mi sono ritrovato ammalato nello stesso modo in cui si ammalò mio padre, ed i medici mi proposero la stessa soluzione, di farmi installare il pacemaker. È giusto considerare un fatto, che mio padre, grazie a questo “trucco”, ha vissuto fin oltre ai novant’anni, e che probabilmente avrei raggiunto se non superato anche io lo stesso risultato, dato che sono stato più attento al benessere psicologico e alla dieta.

In passato avevo già avuto esperienza di una guarigione “miracolosa”, attraverso le tecniche che conoscevo, ma questa volta trattandosi del cuore ho avuto dei pensieri autolimitanti, che mi hanno spinto a seguire le indicazioni dei medici. “In fondo” mi dissi “questi esperti stanno dandomi un aiutino che non cambierà la mia vita più di tanto e che funzionerà giusto quando, e se, servirà.

Quindi è giusto che umilmente mi apra a questo aiuto già sperimentato da parte della medicina convenzionale, con la stessa umiltà con la quale ho aiutato medici convenzionali che non riuscivano a guarire con le loro medicine”. Mi feci installare il pacemaker come misura “preventiva” ma dopo vari anni iniziò a manifestarsi un “problema tecnico” proprio mentre ero in un processo di guarigione grazie all’impegno di Reiyō e della sua compagna Grace; i medici riscontrarono che era in atto una infezione e temevano che riguardasse i terminali elettrici che raggiungevano il cuore. Poco prima che ciò accadesse Reiyō aveva notato che “niente in te mi ricorda un cardiopatico”; frase che mi fece sobbalzare. Tutto ciò, comprese le possibili scelte che si prospettavano, portò alla ribalta un fatto, cioè che un livello più alto di iniziazione nel mio percorso di guaritore mi attendeva nella vittoria contro il bisogno del pacemaker.

Voglio precisare: Reiyō non mi ha mai incoraggiato a disinstallare il pacemaker o a chiedere di farlo ed ha sempre atteso che arrivassi da solo all’intuizione su da farsi, responsabilizzandomi a riguardo delle mie scelte, chiedendomi di informarmi presso i medici di quali fossero i pro e i contro. Ricordo quando fece una pausa e mi chiese: “Hai considerato tutti i lati della faccenda? Nè io né i medici potremo scegliere per te; e poi si tratta del tuo corpo, non del nostro”. Poi mi diceva: “un cardiopatico non ride come fai tu”, e mi raccontava di altri casi dove una diagnosi medica che suonava definitiva aveva invece soltanto fotografato un momento difficile nella vita di qualcuno. L’occasione di rimuovere il pacemaker, che era stato installato male dopo il cambio di pila, fu la circostanza che scatenò in me la questione se accettare o meno questa sfida. I fili che arrivavano al cuore dovevano essere comunque rimossi e, prima di essere reinstallati, doveva passare del tempo, un tempo sufficiente per farmi ragionare. Senza pacemaker gli esami medici avevano risultati controversi, per cui mi iniziai ad interrogare su quanto la mia mente potesse influire; certamente i medici mi avrebbero consigliato di reinstallare il pacemaker, tanto per essere sicuri. Nel frattempo Reiyō mi chiese: “Non è che hai una infezione a un dente?” e quando gli dissi che avevo un ascesso saltò sulla sedia e mi disse “scommetto che non l’hai detto ai medici: diglielo subito!”. Anche i medici rimasero sorpresi e si guardarono l’un l’altro; ancora mi chiedo se non sia stata quella la situazione che aveva innescato tutta la cura di antibiotici e il disinstallo del pacemaker; anche Reiyō, prima di saperlo, ricordo che si chiese – parlottando fra sé e sé come spesso fa – se potesse esserci qualcosa tipo una angina sommersa e mai notata, ma non rilevò niente. Protagonist of the story Intanto ebbi un blocco urinario mentre ero in ospedale a causa di un catetere impiantato male, e Reiyō agì a distanza sull’infezione, come anche sulla infezione data dal cambio batteria e reinstallo del pacemaker, oltre che su altre questioni che mi trascinavo da tempo. Già dai primi trattamenti, che migliorarono le mie giunture e il “fiato” sotto sforzo, mi chiese se fosse possibile eliminare gradualmente tutto l’insieme di medicine diuretiche che prendevo per regolare la pressione e la fluidità, lasciandomene solo una. Ma prima mi chiese di sentire al riguardo, senza dire loro niente, anche i medici e loro concordarono sulla scelta, precisamente, come aveva detto Reiyo. Comunque accadeva che – nonostante gli esami – io iniziavo a stare sempre meglio, giorno dopo giorno. Per questo mi disse di chiedere ai medici quale fosse la vera incidenza negativa – qualora chiedessi il dis-impianto – nel caso di benessere conclamato (emotivo e funzionale) ma esami negativi oppure che migliorano o fluttuano. Spesso Reiyō chiede alle persone “come stanno”, mentre a tutti viene da dire cosa c’è scritto nei referti degli esami medici. Ritiene che sia utile avere il parere dei medici ma che sia ancora più importante ascoltare se stessi. Vuole sempre avere il beneficio del “senso di humor” da parte di tutti, mi ricordo a braccio quanto mi disse: “chi piagnucola sui propri malanni è destinato ad ulteriori malattie; se io potevo ridere quando entravo ed uscivo dal coma, senza sapere se fossi tornato qua, allora può farlo anche chi ha una malattia meno mortale. E’ da questo che si parte per guarire”. Infine gli chiesi su quale base sarei riuscito a guarire, cosa stesse facendo. “Tu – come il 4% circa dell’umanità – vivi di potenza kundalinica, gonfiando e sgonfiando quello che gli indiani chiamano “ojas” – che è un serbatoio di potere staminale simile a quello che i cinesi chiamano Jing – quindi buona parte della tua cura verterà sulle ghiandole endocrine”. “E perché non sui chakra?” gli chiesi incuriosito.

“Le ghiandole endocrine hanno, su di noi, un effetto più sfuggente. Bisogna avere coraggio ed essere curiosi per ammettere che esista qualcosa di simile e che abbia un tale effetto, in genere tutti si accorgono solo del fatto che invecchiano di colpo, ma non sanno perché. Solo con delle tecniche di yoga e poi meditando puoi accorgerti di certe secrezioni dietro alla lingua. Un effetto sui chakra può essere aleatorio, ma quando sono le secrezioni endocrine a cambiare, ebbene, lì abbiamo ottenuto un cambiamento importante che ha già coinvolto sia i chakra – quindi prana e apana – che il qi, come anche il sistema nervoso”.

Per parlare con l’autore della storia:cellulare

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e-mail vincenzo.pane54@gmail.com

Anche per gli animali

Come i bambini piccoli, gli animali rispondono molto bene ai trattamenti energetici – forse perché hanno meno preconcetti e strutture mentali. Qualche anno fa N.C., una mia cliente, una cantante lirica in pensione di 89 anni, aveva una gatta molto anziana, di 23-24 anni, ridotta a pelle e ossa. Si alzava dal suo cestino vicino al focolare solo per andare a bere. Questa gatta soffriva di un cancro cutaneo che le provocava la formazione di lesioni sanguinolente. Non mangiava più, e quando si alzava per bere lasciava delle impronte di sangue sul pavimento.

“Puoi fare qualcosa per aiutare la mia gatta?” la mia cliente mi chiese. “Non so,” risposi, “proviamo.” Ho pensato, “Non so se la devo aiutare a morire, o … chissà. Vedremo cosa succede.”Trattai la gatta, che continuò a dormire acciambellata nel suo cesto.

Nel trattamento appare qualcosa sulla 12esima casa astrologica, e anche qualcosa sulla riparazione cellulare. “Dodicesima casa è la transizione”, pensai. Probabilmente se ne andrà fra le frasche a morire. Dopo un paio di settimane chiedo nuove della gatta alla mia cliente. Mi risponde piena di entusiasmo, “La gatta? Non ci crederai, è una gatta nuova!” Mi racconta che ora la gatta non soltanto mangia normalmente, ma sale sul tetto, e non solo, salta da un tetto all’altro, come soleva fare anni prima. Un paio di settimane più tardi, vado a trovare la mia cliente. La gatta è lì nel suo cesto al focolare, con un’aria di saggezza infinita, come la Sfinge. “Ecco come è lo sguardo di una che è morta e risorta, e ha visto tutto e sa tutto quello che c’è da vedere e da sapere sulla vita, la morte, l’universo, tutto.” La guardo con più attenzione, e sono perplessa. Il suo manto appare multicolore… Come mai, se dovevano scegliere una terapia così delicata e costosa come un trapianto di pelle, non hanno almeno scelto una specie donatrice compatibile? Perché dove prima era piena di piaghe sanguinolente ora c’era un velluto nero corto corto, fine fine, come se un chirurgo di capacità consumata le avesse cucito delle toppe di camoscio per coprire le macchie irregolari lasciate dal tumore.

Ci ho messo un po’ per capire che non si trattasse di un trapianto cutaneo fra specie differenti, ma la ricrescita miracolosa del sottopelo finissimo della gatta stessa. Quando l’ho rivista ancora dopo un altro mese, non rimaneva traccia delle terribili piaghe, né del ricamo di velluto: il pelo le era ricresciuto perfettamente. La mia cliente non stava nella pelle dalla gioia, e mi ringrazia tuttora. Da questa esperienza ho imparato a non impedire il miracolo dando retta alle mie paure e credenze quali il cancro è “difficile” o “impossibile” da guarire.

Periodontite aggressiva

Oh! Ti volevo raccontare che M., tassista di 49 anni, la mia cliente con la periodontite aggressiva è tornata dal dentista ieri (ha fatto 3 sessioni con me) e mi ha chiamato eccitata, urlava, “GraceGraceGracetiadorotiadorotiadoro!” (è una tipa molto estroversa, divertente): è migliorata.

Appena ha aperto bocca l’igienista ha detto, non è possibile, ma va tanto meglio. Anche il dentista dice che non è possibile, ma ha dovuto ammetterlo.

E poi dice che se guarisce – che non è possibile – vuole conoscermi e scrivere un articolo sulla rivista della ricerca dentistica.

Poi suppongo che avrò la polizia, il prete, e l’esorcista che mi vengono a bussare alla porta, no?

Guarisci la tua Vita

Questo caso, come molti, è iniziato da un problema apparentemente puramente fisico, ma via via che si esplorava la situazione, siamo finite per toccare tutte le circostanze della vita di questa cliente fino a che… beh, continua a leggere, ne vale la pena davvero! Fecero il mio nome a M., assistente sociale di 66 anni come figura professionale utile per risolvere il suo caso. Mentre ascoltavo la sua storia clinica, capivo sempre più che era non soltanto la “digestione”, ma quasi tutta la sua vita che era a soqquadro. Per fortuna era sposata con un uomo di cui era profondamente innamorata – e meno male, perché senza quella roccia salda a radicarla non so come avrebbe potuto mai sopravvivere a tutti i suoi – in realtà loro – problemi di salute, famiglia, lavoro, casa, e tutto il resto che si possa mai immaginare!
Anche se questa signora era molto legata alle sorelle e ai genitori, i rapporti fra il marito e il resto della famiglia erano molto tesi, a causa dei loro punti di vista contrastanti sulle questioni politiche. Per questo motivo, la mia cliente si trovava a dormire sul divano di casa di una sorella, prima, poi di un’altra eccetera, a rotazione, dato che ne aveva quattro, mentre il marito si rifiutava anche di metter piede in casa, se non per aiutare sua moglie a traslocare. Vivevano questa condizione da quasi-senzatetto da più di un anno. La situazione professionale della coppia era ugualmente disastrata. Il marito si era fatto male alla schiena 7 anni prima e prendeva una pensione per invalidità, ma da allora era rimasto sotto il tipico portico delle abitazioni americane di campagna per sette anni a bere e a bestemmiare odiando il mondo.
Prendeva antidolorifici e si macerava ricordando ogni cosa che potesse addolorarlo ed angustiarlo di più, con risultati prevedibili sulla salute e sulle sue interazioni sociali. Anche la moglie percepiva una pensione per invalidità, per una precedente battaglia contro il cancro. Questo era il nostro punto di partenza. Nel corso del lavoro (di 6 mesi circa), tutta la vita della mia cliente, e quella di suo marito e di tutta la famiglia, si sono trasformate: dopo 2 sedute, il problema digestivo si è risolto quasi interamente. Riappariva solo (e in forma attenuata) quando tutte le sorelle si riunivano coi genitori, occasione comunque rara. Abbiamo poi lavorato specificamente sulla schiena del marito.
All’ improvviso si è sentito così bene che ha smesso gli antidolorifici e ha fatto domanda per tornare al suo posto di lavoro di prima – ed è stato riassunto! Ha cominciato a lavorare come carpentiere e mastro, un lavoro che adorava, in cui poteva esprimere tutto il suo genio e creatività. Spontaneamente ha smesso di bere, ha cominciato a dimagrire, e ha smesso di litigare tanto con i suoceri che con le cognate. Anche la mia cliente ha potuto ricominciare a lavorare, e non aveva più bisogno della pensione di invalidità. Poco dopo, quando si stava per iniziare una seduta di richiamo, la mia cliente mi disse che col marito si erano “ri-innamorati di nuovo” – ma che era ancora meglio che mai! La coppia ha fatto domanda per dei permessi per costruire una casa su del terreno che avevano comprato anni prima, e per fare un pozzo, e iniziare i lavori.
Erano felicissimi, entusiasti, innamoratissimi. Dopo che avevamo lavorato insieme da qualche mese, la mia cliente mi confessò con disinvoltura, “Ah, ho dimenticato di dirtelo – qualche anno fa, ho fatto una radioterapia – secondo te potrebbe aver causato quei problemi digestivi?” Ebbene sì! pensai – ma a questo punto, veramente non importa. Sorrisi: “e beh, forse!” Un anno dopo, mi giunge questo messaggio dalla mia cliente: “Ma ci credi che questa è la casa che stiamo costruendo? Un anno fa abbiamo ottenuto il permesso per costruire, ed ora facciamo il trasloco questo stesso mese!, e con mio marito non siamo mai stati così bene. Ho perso 25 libbre (più di 11 kg), e uso l’ossigeno solo di notte. I polmoni mi sostengono una meraviglia – ti ringrazio commossa per questo!! – e tutto tutto tutto va BENE!” Mi digitava D., concitata, sulla sua tastiera dal Colorado “Mi sento come se avessi ri-iniziato la mia vita, ricostruendola da zero. Un anno in una camera schifosa di motel e 6 mesi in roulotte senza acqua – ma ci stiamo divertendo da matti! […] Non posso dire che siano mancati dei momenti tosti nell’anno passato, ma abbiamo fatto dei passi da gigante nella comprensione che…
Beh, lo sai già, sono solo delle esperienze di crescita. Mi sento tanto fortunata e riconoscente in questo momento di essere dove sono e di fare quello che sto facendo”. Sentivo attraverso il monitor tutta la sua implacabile gioia. “Hsiao-Long! Che cambiamento, dall’essere praticamente senzatetto, e in continuo conflitto! Questa è la casa che stiamo costruendo insieme” E qui allego una foto dell’interno, che riporta tutta la bellezza del genio creativo di suo marito, un vero lavoro pieno d’amore. Ho voluto raccontare questa storia d’amore per mostrare come lavorando e stando sul pezzo e continuando a cambiare noi, dal di dentro, facendoci aiutare, poi, alla fine, TUTTO possa cambiare davvero. Spesso si dice: “cosa ti farebbe urlare di gioia? Riesci ad immaginartelo?”. Dapprima si “urla di gioia” per capire, e poi si giunge ad uno standard dal quale, in poi, si entra in ciò che nemmeno si poteva immaginare e che, invece, da un certo giorno, abbiamo avuto il coraggio di immaginare e quindi di vivere per davvero. Spesso basta solo un piccolo aiuto.

Accunect per il mal di schiena

Grazie per la favolosa seduta della settimana scorsa. È stato meraviglioso lavorare con te, e mi sto rendendo decisamente conto di come Accunect funzioni gradualmente e non solo sul livello fisico, come mi avevi detto. Hai un grande talento nell’entrare in contatto con l’energia delle persone e nel risvegliare la loro capacità di guarigione. Scrivo queste righe come testimonianza che potrai utilizzare a tuo piacimento: “Durante la mia prima seduta di Accunect Hsiao-Long è riuscita ad individuare i temi chiave della mia salute con cui lottavo da diversi anni, incluso un dolore lancinante nella parte inferiore della schiena. Dopo una sola seduta il dolore alla schiena è sparito! Attraverso Accunect ho provato l’esperienza della guarigione sia a livello fisico che emotivo, portando nuova chiarezza alla mia vita. Grazie! Questa è una tecnica di guarigione meravigliosamente profonda eppure semplice.”

Quando la Vita è fin troppo dolce

La stessa cliente, la cui gatta è sopravvissuta a ciò che tutti credevano fosse un cancro letale, può testimoniare anche la completa guarigione del diabete fulminante della sua cagna. Ora, non faccio il veterinario, quindi non conosco le statistiche per simili quadri patologici, ma ne sono rimasta colpita, per cui ho pensato di raccontare questa storia. Questa mia cliente aveva molti animali, tutti salvati dal canile. Quando l’ho conosciuta, aveva due cani. Una, Mela, anche se era molto affettuosa ed estroversa, era palesemente l’alfa del branco. L’altra cagna era timidissima, perpetuamente impaurita e, tremante, si nascondeva. Si chiamava Piccola. Tutte e due gli animali erano in ottima salute, dato che la loro padrona era attentissima alla dieta e a tutto il resto, né erano anziane, per cui fu uno shock quando all’improvviso Mela mangiò del veleno e morì. Ho fatto dei trattamenti per i membri sopravvissuti della famiglia, per superare lo shock e il dolore, e dopo poco la vita si è aggiustata in una nuova dinamica di normalità. La trasformazione in Piccola era commovente. Smise di nascondersi nella sua cuccia, diventò più cordiale e fiduciosa anche con gli estranei, strafelice dell’avere la sua padrona tutta per sé senza dover lottare con un secondo cane per l’attenzione. Da parte sua la mia cliente la ricopriva di attenzioni e di affetto, contentissima di vederla fiorire così. Tutto sembrava perfetto. Qualche settimana più tardi però ricevo una telefonata dalla mia cliente: si è scoperto che Piccola soffre di diabete, e che quindi ha bisogno di insulinoterapia e monitoraggio costante. Vado appena possibile. Faccio un trattamento alla cagna, che viene fuori ad accogliermi, in netto contrasto con il suo normale comportamento precedente. La seduta mi guida a risolvere una convinzione che era rimasta fissata nel pancreas: “La vita è troppo dolce!” Tutta la felicità di essere finalmente in posizione dominante, coccolata e viziata come mai prima, senza concorrenti per l’affetto della padrona, per la prima volta in vita sua, l’ha travolta; così il pancreas ha cominciato a scaricare l’eccesso di dolcezza nel sangue – in forma di zuccheri. Bastarono solo due trattamenti per risolvere il caso; gli animali sono eccezionali per quanto riescono, più facilmente degli umani, e se ne è il caso, ad essere sinceramente pronti a cambiare. Passato un mese ho chiesto dello stato di Piccola, e di come andava il diabete, ma la mia cliente lo aveva totalmente dimenticato: Piccola sta tuttora perfettamente bene.

Porta fuori la spazza!

Come una cosa senza sostanza (come l’energia) può creare una differenza enorme nella salute e il benessere.

Alla fine di una seduta stamattina, un cliente mi ha chiesto di guardargli un attimo una cosa che gli dava noia. Gli ho fatto una rapida ‘scansione’ mentale, e mi ha colpito un qualcosa che stonava nella zona della milza/pancreas. L’ho tirato fuori, e mi disse che si sentiva un po’ meglio, ma ancora non era del tutto a posto.

L’ho guardato con più attenzione, e ho visto una cosa che sembrava tipo un riccio di bardana fissato nella gola. Gli ho detto che vedevo qualcosa di estraneo nella gola, e gli ho chiesto se me lo volesse dare. “Certo,” ha detto, e ho immaginato che lo afferrasse e me lo posasse in mano per buttarlo via.

Subito ha cominciato ad esclamare ad alta voce e ridere, “Wow! Wow! Ma … Wow! Non ci credo! Mi sento così leggero, voglio danzare, ma mi sento come uno zombie, no, non uno zombie, ma il corpo è così leggero, e libero, e sto volando!”

La moglie, a suo fianco, non poteva dire niente, ma sbadigliava, sbadigliava, e rideva. “Non ti preoccupare,” le ho spiegato, “Lo stai aiutando ad elaborare, niente di grave.”“Cosa hai fatto?” mi ha chiesto. “Nulla,” ho detto, “ti ho solo buttato via la nettezza.”“Wow, wow, e wow!” ha ripetuto. “Eri pronto,” ho spiegato. “Era una roba che non ti serviva più, e ti stava facendo come un tappo energetico nel collo della bottiglia. Ora le cose dovrebbero fluire meglio. Fammi sapere come va.”*****Oggi pomeriggio la moglie del mio cliente ha chiamato: rideva così tanto che non riusciva quasi a parlare. “Non ti crederai, è troppo buffo! Ti ricordi quella gente che era così noiosa? Sai cosa è successo? Ci hanno chiamati, e ora vogliono essere amici, sono tutti gentili e carini! Ci credi? Solo … quante ore dopo il lavoro di stamattina? Incredibile! Siete fantastici!”

Per contattare l’autore:

e-mail: premd86@hotmail.com

Come mi sono interessata alla medicina energetica

Qui si narra come mi ritrovai ad essere piuttosto sicura che questa assurda faccenda della medicina energetica fosse sorprendentemente vera. Entrambi i miei genitori sono fisici nucleari, credenti assoluti nella scienza meccanicistica del fatti quantitativamente misurabili. Di qualità mica se ne parlava, quindi sono cresciuta con una dieta di matematica avanzata, anche a tavola, ricevendo il non troppo sottile consiglio a diventare anch’io un fisico, altrimenti sarebbe stato lo spreco totale di una buona mente sottratta alla fisica. Anzi alla matematica, che sarebbe stato meglio ancora, dal momento che la matematica era vista come la più pura e buona roba sul mercato, sebbene i miei genitori l’avrebbero considerata fin troppo astratta e idealistica, quindi poco pratica. La mia prima esperienza con la medicina energetica fu una sessione di Body Talk con l’unico bodytalker allora vivente in Italia. Lo contattai dietro consiglio di mia sorella che si infiammò confidandomi che “ho avuto la più strana esperienza della mia vita” e che “ti piacerà”… Non è un tipo così ipressionabile, mia sorella, pensai, quindi dai, vediamo di cosa si tratta. Lessi qualcosa su questa disciplina in rete e mi piacque quanto lessi, quindi chiamai il primo bodytalker italiano per chiedergli un trattamento.

Ovviamente questi mi chiese se c’era una qualche questione specifica sulla quale avrei preferito lavorare. “Ebbene, ho questo problema costante di sclerosi multipla, ma in questi giorni quello che più mi dà noia sono le zanzare”. Dopo undici anni di seguito di terapia immunomodulatoria, avevo sviluppato una quantità di allergie laddove già le mie vecchie allergie erano peggiorate esponenzialmente, al punto che la puntura di normalissime zanzare poteva procurarmi un gonfiore di dieci centimetri di diametro, con al centro un piccolo foro suppurante, che mi avrebbe deliziato per circa due settimane dandomi un enorme prurito e spurgando liquido continuamente. Una roba davvero schifosa.

Era già estate e le zanzare, particolarmente i pappataci, erano all’assalto, facendomi profetizzare una estate di infinite punturine che avrebbero suppurato dolorosamente per due settimane l’una, con l’aggravamento contemporaneo di tutte le mie questioni autoimmuni. Così ebbi la mia sessione su Skype, la più assurda conversazione telefonica che avessi mai avuto. Il terapista farfugliava arcanità le più varie e inintelligibili dall’altro capo della linea, con nessuno scambio con me fino che ebbe finito: “Sezione quattro, dettagli, vediamo… più specifico, Body Chemistry, dettagli, allergeni, dettagli, iniettato, dettagli, più specifico, zanzare… Bene, fammi sapere come va, e ricorda di berti un sacco d’acqua”. Ero un po’ tanto perplessa e preoccupata di aver buttato settantamila lire nel cesso. Da quanto potessi notare, non mi sentivo per nulla differente e neppure potevo notare alcun cambiamento fino a qualche giorno dopo, quando realizzai che le zanzare, in effetti, mi stavano ancora pungendo e che, invece di gonfiarmi orribilmente come capitava prima, la puntura diventava rosea, bruciante solo per pochi minuti e che quindi scompariva.

Nessuna reazione immunitaria esagerata! Niente! Un cambio mai visto che aveva una sola spiegazione, quella della sessione su Skype, e chissene di quello che avrebbero potuto pensare quegli ottusangoli dei miei genitori. Mi ricordai, allora, che il bodytalker mi aveva accennato ad un corso in cui avrebbe spiegato le tecniche introduttive alla fine del mese. Pensai: “Cavolo, io ci sono!” E così ebbi il mio primo corso di guarigione con l’energia.

Il potere dell’osservazione

J., una violinista professionista di 31 anni soffriva di dolori lancinanti alla spalla ed al braccio oramai da anni, specialmente dalla parte sinistra.

Le partiva il dolore appena suonava un poco, e le fece a un certo punto così male che il dolore le partiva già assumendo la posizione. Suonando poi la viola, essendo la tastiera più lunga ed essendo più pesante lo strumento, la cosa era ancora più insostenibile.La guardai con attenzione chiedendole al riguardo, per capire cosa stesse accadendo, essendo facilitata dal fatto che anch’io ho studiato violino e viola per molti anni. È una posizione innaturale, asimmetrica, che accompagnata alla questione emozionale dell’essere esaminati dai professori del conservatorio, peggiorava sempre più.Le chiesi a riguardo del dolore: da quanto tempo andava avanti senza soluzione? Quanto era forte in una scala da uno a dieci? Le permetteva o no alla fine di suonare il violino? Disturbava, questo dolore, il suo sonno? Era costante o intermittente?

In alcune posizioni diminuiva o no? E come era la sua esperienza come novizia in quel nuovo ed importante conservatorio? Andava d’accordo coi professori? Come si sentiva coi compagni di classe? Com’era essere di colpo il “nuovo bambino del vicinato”? E si sentiva preparata dopo la formazione in un altro conservatorio?Fu allora che le chiesi di assumere la posizione e dirmi come si sentisse, se in quel momento ci fosse dolore. Prese la posizione e con un’aria attonita, stirò le braccia, le girò così e cosà facendo scivolare le mani e facendole manovrare come se suonasse ma… Non c’era più dolore! NESSUN DOLORE!“Che cos’hai fatto?”.“Niente, ti ho solo guardato ed ho osservato il tuo potenziale di guarigione…”.Capisco che come risposta sia un tantinello “esoterica”, ma chi mi legge deve capire che certamente molto di ciò che facciamo è “fare l’uso migliore della nostra capacità di osservazione-in-quanto-creatrice-di-cambiamento”.

E non è questa l’idea di Einstein?

Non era un violinista pure lui?

Per parlare direttamente con l’autrice della testimonianza: Messenger a Julia Ballón (Italiano, Inglese, Spagnolo, Mandarino e Cantonese)

Immune Focus 2: otite perforante

Questo è successo a mia sorella, violoncellista di 47 anni. Il suo quartetto d’archi doveva suonare in una località distante degli Stati Uniti durante il fine settimana, quando si ritrovò con una bella infezione all’orecchio; era terrorizzata alla sola idea di volare, ed aveva già avuto l’esperienza spaventosa di una rottura di timpano. Mi chiamò in Italia da New York per chiedermi aiuto. Quanto facemmo fu esattamente quello che insegno nel mio primo webinar con il self-care, la prodigiosa tecnica “immune focus”, la stessa tecnica che mi salvò dalla reazione allergica alla puntura di zanzara nell’altra storia. Le ho detto telefonicamente cosa fare e così riuscimmo a collaborare, mentre lei manteneva e muoveva la mani precisamente, io immaginavo di agire da circa metà globo di distanza. Entrambe potevamo sentire tutti i cambiamenti molto nettamente ripetendo insieme la stessa tecnica varie volte, fino a che mia sorella iniziò a sbadigliare, a sbadigliare ed ancora sbadigliare senza potersi trattenere fino al punto da sentire l’orecchio stapparsi di colpo con un flusso drenante che fuoriusciva di sangue e pus; al che si sentì stanca e si dovette immediatamente coricare. Dormì per ben ventiquattro ore. Mi fece sapere che finalmente si svegliò del tutto risanata e risposata. Potè prendere il suo volo, le orecchie completamente libere, e suonare col suo quartetto con soddisfazione.

Per un amico albero

Un paio d’anni fa in autunno stavo facendo una passeggiata vicino casa nostra e ho visto una vecchia quercia evidentemente colpita da un fulmine che era diventata vuota per gran parte del suo tronco. Qualcuno aveva laccato il legno esposto per prevenire il degrado, ma diversi rami importanti erano stati tagliati, probabilmente per impedirne la caduta e bloccare la strada. Già le foglie cadevano in preparazione dell’inverno, ed in più un paio di rami sembravano morti, le foglie grigie e secche, ancora appese almeno dalla stagione precedente. Gli alberi in questa condizione sono spesso considerati pericolosi per gli edifici che li circondano e abbattuti. Tuttavia l’albero stava ancora visibilmente combattendo: la corteccia stava iniziando a ricrescere per chiudere le cicatrici, anche se con poco successo. Ho deciso che volevo fare un trattamento per l’albero, per vedere se potevamo evitare che venisse tagliato. È stato bello connettersi con la quercia, che all’inizio sembrava incredula che qualcuno gli prestasse attenzione. Ma ho continuato, rinnovando il flusso di floema e xilema, oltre che dell’energia nello strato vivente sotto la corteccia. Mi sono ricordata il posto dove potenziare le piante, ovvero nel punto in cui l’albero emerge dalla terra, dove il tronco diventa radice, quindi è quello che ho fatto. In primavera sono tornata a controllare il mio amico albero. Sorprendentemente, era ricoperto di piccole foglie verdi pallide, tranne che per i due rami morti, che sembravano ancora più asciutti e fragili accanto al verde vitale che li circondava. E le cicatrici dove gli arti erano stati tagliati si richiudevano più velocemente, facendo mostra di qualche centimetro di nuova corteccia fresca. Ora, nell’estate seguente, stavamo passeggiando lì vicino. La signora che abita dall’altra parte della strada dove è sito il vecchio albero era a prendere l’aria fresca della sera, perciò ho colto l’occasione per chiederle se sapeva la storia della quercia vuota. tree ′′Ah, sì, quel vecchio albero!” ha esclamato, ′′ è stato colpito almeno due volte dal fulmine, eppure guardalo – giuro che quest’anno ha messo un altro paio di metri di chioma lassù. E tutti noi pensavamo che fosse praticamente morto! Non so cosa l’abbia posseduto per far crescere così tanto nuovo verde quest’anno.” ′′Morire? Mah, mi sembra che non ne voglia sapere!”. Ho annuito sorridente.

Immune Focus 3: herpes cronico

Questa storia salta fuori da una delle mie studentesse di guarigione energetica, proprietaria americana di una piccola palestra in Italia, 60 anni. Fece un mio breve corso introduttivo, simile all’Accunect Selfcare che faccio ultimamente. Dopo aver imparato le tecniche per mantenersi in salute si promise, lei come tutti gli altri partecipanti, di fare uso per 28 giorni, ogni giorno, di tali tecniche; in più rimanemmo in contatto incontrandoci online ogni settimana per rispondere alle domande, per ricontrollare le tecniche e condividere quanto accadeva. Ed ecco una delle storie:“Sono davvero così contenta di questo risultato che sento il bisogno di condividerlo con tutti voi.

Ho avuto una infezione erpetica per circa venti anni. Non è che mi desse un gran fastidio, ma sotto certe condizioni di stress fisico o emozionale saltava fuori, e allora sì che mi dava noia. Non ero sicura di cosa sarebbe successo se avessi fatto questa tecnica Immune Focus ogni giorno ma decisi di provarci. Bene, avevo immaginato che facendo questa tecnica per una settimana si sarebbe scatenato qualcosa, quindi non fui granché sorpresa nel vedere una bella lesione venir fuori, ma stavolta non feci nulla delle solite cose che si fanno per una lesione da herpes, quindi non la medicai ma continuai a ripetere la tecnica insegnatami da Grace. E sai cosa mi successe?

Si è guarita da sé! Allora pensai: “Non so se ho vinto una infezione virale già latente nel mio sistema da anni, ma che mi importa! healing ability Perché intanto se ritorna so esattamente cosa fare per farla andare via di nuovo, giusto? Non è fantastico? Che sensazione di potere!”.Ebbene, le ho parlato ultimamente e mi ha detto che non ha mai smesso di fare quotidianamente questa tecnica; questa mia allieva ha continuato a praticare la “routine di mantenimento” per sempre, perché questo le dava un così meraviglioso senso di potere e di controllo della salute sulla propria vita.

E aggiunse che prima del corso aveva circa otto o dieci manifestazioni erpetiche ogni anno, mentre ora, dopo aver imparato e usato la tecnica quotidianamente ne aveva invece 2-4 ogni anno che guarivano in metà tempo senza nemmeno formare una lesione completa.

Depressione esistenziale

Una cliente (A., 47 anni, violoncellista) che soffre di depressione mi scrive il giorno dopo la nostra seduta: Ehi!!! Ho dormito tutta la notte, e mi sono svegliata stamattina con la sensazione che qualcosa è cambiato. Ci ho messo un po’ per identificarlo — sento la Speranza!!!!!!! Non la pace (che a volte mi capita, per un breve periodo, temporaneo) ma vera, reale speranza. Wow. Mi mandi la trascrizione della seduta? Ho paura di perdere questa sensazione – come faccio a nutrire la speranza, cosa posso fare? E’ una sensazione così nuova, estranea, che mi sento smarrita, anche se so che è GIUSTA. Più tardi mi chiama: Gli sbadigli si sono fermati solo ora – no, sbadiglio ancora Eccellente! Ti spedisco i miei appunti, se ci puoi capire niente. E GIUSTO è il polo opposto a SBAGLIATO, per cui mi sento totalmente stramba, strana. Strana va bene. […] Ho scritto esattamente così nel mio diario — mi sento tanta gratitudine nei tuoi confronti, per chi sei, per quello che fai […] Che bello! E che fortuna! Qualche giorno più tardi ci si sente ancora: Ehi! Come stai? Esisto ancora!!! E mi dice che sta facendo quello che ha sempre creduto di dover fare […] – salvo che ora per la prima volta nella sua memoria è assolutamente semplice, naturale. Tutti gli altri rituali che coltiva per creare una routine o regime di disciplina sono accaduti come volevano, con la creatività che fioriva spontaneamente, sparsa nel mezzo al resto.

Accunect a scuola

“Volevo condividere questa storia di una mia allieva. Insegna alla materna e uno dei suoi ragazzi quel giorno aveva grosse difficoltà a mantenere la calma e non litigare con uno dei suoi compagni di classe. La mia allieva ha finito per fare la tecnica del cervello M/F su entrambi i bambini, con il risultato che il conflitto si è calmato. Quando le cose si erano tranquillizzate, la maestra ha chiesto ai bambini come si sentivano. Il primo ragazzino ha alzato le spalle e ha detto che non si sentiva diverso, mentre l’altro con un sorriso diceva che si sentiva meglio. La mia allieva ha sorriso e ha continuato con la giornata. Un mese dopo o giù di lì, un altro bambino stava facendo una bizza in classe. Il primo ragazzino è venuto dalla maestra e le ha sussurrato: “perché non fai quella cosa che hai fatto per aiutarmi a calmarmi quella volta?” L’insegnante gli sorrise e disse: “Quindi ti ha aiutato!” “… Beh, sì, credo di sì …”

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Come Leonardo mi ha introdotta all’Omeotossicologia

Quando incontrai Leonardo la prima volta non ero ben sicura cosa significasse nel suo caso essere un “guaritore” o un “naturopata” e cosa ciò avesse a che fare con l’essere un monaco zen. Avevo incontrato molti che dicevano di essere “guaritori” ma… O l’effetto era così sottile o tenue che non sentivo niente, oppure non dovevano essere granché. Ci sono, al contrario, alcune modalità di guarigione e alcuni praticanti che conosco e in cui credo, perché ho visto cosa sono capaci di fare e perché so che funziona. Ma in questo caso c’era qualcuno che usava metodi del tutto diversi da quelli miei (come anche qualcosa di molto simile a quanto conoscevo), e pure una sfilza di metodi di cui non avevo mai sentito parlare. Una delle cose che trovo più godibile lavorando con Leonardo è che mentre condividiamo il nostro approccio alla guarigione, abbiamo gran parte della nostra formazione differente, così che spesso quando lavoriamo assieme arrivo fino ad un certo punto, dopo di che la sessione passa a lui, perché il querente necessita di alcune tecniche che Leonardo conosce e io no.

Una di quelle cose che Leonardo conosce ma di cui ho ben poca esperienza è l’omeopatia. Ho incontrato l’omeopatia hahnemanniana classica, ma Leonardo mi fece conoscere la Omotossicologia, ovvero i rimedi creati dal Dott. Reckeweg. Leonardo ed io condividiamo una certa soddisfazione nell’usare cose che che funzionano svelte, dirette allo scopo e con efficacia visibile, cosa che questi rimedi sono. Avevo sintomi che peggiorarono in una decade, cosa che incoraggiò i medici allopatici a battere i chiodi sulla mia bara, dato che sarei certamente peggiorata, necessitando cure pesanti per migliorare quella funzione.

E poi ad un certo punto mi avrebbero detto “Beh, è giunto il momento di tirare via tutto”. Vari dottori mi proposero questo sorridendo e con inappropriati toni cinguettanti. Potevo riconoscere degli schemi malati già visti in mia madre e in altre donne, al che volli prendere tutt’altra direzione. Leonardo mi propose un trattamento omotossicologico. Ero dubbiosa, visto che i rimedi vengono prescritti – seppur precisamente – in base ai sintomi ma senza tenere conto di tutti i dettagli che una diagnosi hahnemanniana avrebbe; ne rimasi perplessa ma anche piacevolmente sorpresa. Ed ecco che in un paio di settimane i miei sintomi migliorarono notevolmente, fino a scomparire completamente in un paio di mesi. Allorché Leonardo cambiò la terapia per rispondere alla nuova situazione, abbandonò un paio di rimedi aggiungendone un altro, per poi eliminare gradualmente anche l’ultimo dopo pochi mesi. Sono rimasta stupita dal fatto che i rimedi abbiano funzionato in modo così definitivo nel giro di pochi giorni.Quando la situazione è cambiata, Leonardo mi ha dato un preparato diverso a base di ferro, che trovò grazie alla radiestesia, per sostenere il mio sistema (sono stata anemica per anni, non ho mai trovato un integratore di ferro molto soddisfacente). In tutto ciò non ci fu nessuna terapia ormonale pesante, nessuno stomaco sconvolto da un’integrazione inappropriata e nessun sintomo fastidioso, e nemmeno la preoccupazione di dover inevitabilmente affrontare un intervento chirurgico importante! Devo dire che la mia qualità di vita è notevolmente migliorata, noto un miglioramento dei livelli di energia e un ciclo più gestibile – ora c’è solo un giorno più pesante, e anche così sono comunque in grado di fare una discreta quantità di cose non essendo più costretta a stare a casa. Non sono ancora stata visitata, ma sono curioso di vedere cosa hanno da dire i medici. Sarebbe simpatico essere un dato statistico anomalo anche in questo settore! E sono felice di essermi risparmiata la stessa evoluzione disfunzionale vissuta da mia madre, sono felice di non trovarmi impotente nello stesso scivolo dettato dalla “genetica” o dalla “familiarità”, per non dire “dalla medicina”.

Quindi grazie a te Leonardo, e che il cielo benedica pure te, Dr. Reckeweg.

Immune Focus 4: Accunect per il Covid-19

Ciao Grace,Mi sento meglio!Sabato scorso ho sentito un cambiamento – come se le cose fossero “più leggere” dentro di me. La scorsa settimana molti dei miei sintomi hanno iniziato ad attenuarsi, in particolare la congestione nei seni nasali e il mal di testa.

Il gusto e l’olfatto stanno lentamente cominciando a tornare. Ho ancora la stanchezza.Una pesantezza sugli occhi e la testa per cui a volte devo chiudere gli occhi e sdraiarmi. La scorsa notte ero di nuovo veramente congestionata e pensavo che il Covid ci stesse riprovando a fare un’ “ultima resistenza”.

Oggi era la prima mattina, però, che il mal di testa era tollerabile e la pesantezza intorno agli occhi fosse attuenuata!Affascinante cosa viene fuori quando faccio l’esercizio che mi hai mandato. L’altro giorno si trattava di lasciare andare [la scuola]. Voglio continuare a insegnare e lo amo, ma è stato bello vedere come ho bisogno di lasciar andare l’essere eccessivamente responsabile. Grazie per avermi inviato le tue vibrazioni positive e produttive!

Sono grata per tutto l’aiuto che posso ottenere!

Grandi abbracci e tanto amore, D.(Direttrice di una Scuola di Musica)

Svezzarsi dalle allergie

Mi è stata diagnosticata la SM nel 1993. Per 11 anni ho seguito i consigli dei migliori primari, di specialisti di grande fama presso gli ospedali di ricerca più all’avanguardia del Nord America; costoro mi hanno prescritto le terapie più avanzate della medicina occidentale. Il problema è che in 11 anni di farmaci immunomodulatori e cortisone sono diventata sempre più allergica a sempre più cose, e sempre più autoimmune, fino a quando non ho sviluppato allergie anche alle mele e alle pere – oltre a tutti i pesci con lisca, tutti i latticini, il mango, tutte le drupacee, gli spinaci, l’amaranto. Fortunatamente per me, quando ero incinta ho incontrato una meravigliosa ostetrica che mi ha mostrato un modo diverso di curarmi, un approccio olistico per me completamente nuovo. Ero molto preoccupata di trasmettere le mie allergie a mio figlio.

La nostra ostetrica ha spiegato che il microbioma può essere ricostruito. Proprio come un bambino ha bisogno di costruirsi pezzo per pezzo il suo microbioma – l’ecosistema di microrganismi dentro e intorno al suo corpo che gli permette di “digerire il mondo” ma anche correttamente il cibo – io potrei fare come lui, ricostruendo come il bambino il mio microbioma e quindi la mia salute. Per fare questo, mentre stavo svezzando mio figlio, praticamente, abbiamo “svezzato” l’intera famiglia, dato che abbiamo mangiato tutti allo stesso modo, seguendo la dentatura del bambino per capire cosa fosse pronto a gestire il suo apparato digerente: solo latte fino a quando non sono spuntati i primi denti, poi nient’altro che verdure e cereali senza glutine fino a quando non fosse spuntato almeno un dente canino. Siamo stati molto cauti nell’introdurre un solo alimento nuovo alla volta, aspettando alcuni giorni prima di introdurre una nuova sostanza facendo così in modo che nostro figlio non avesse quelle soliti reazioni che tormentano molti bambini. Abbiamo mangiato in modo molto bizzarro per un po’, questo è sicuro.

All’inizio, abbiamo mangiato solo un tipo di frutta alla volta, poi abbiamo aggiunto altri cibi molto lentamente, uno alla volta, per mesi. Ricordo di aver mangiato solo mirtilli per la prima settimana, e poi solo miglio con carote, poi miglio con carote e sedano, poi riso con brodo vegetale, ecc. Questo fino a quando non fosse spuntato il primo canino. E anche allora abbiamo continuato a procedere con grande prudenza, iniziando con le proteine di animali. La prima proteina animale che ha assaggiato era l’uovo di gallina, poi carne di anatra saltata in padella (una meravigliosa ricetta cinese). E niente maiale fino a quando non ebbe 3 anni, e nemmeno il latte bovino. Comunque, a tutt’oggi mio figlio non ha né allergie né intolleranze. Non si ammala quasi mai, forse uno o due giorni, al cambio delle stagioni, circa un anno su tre. Non è vaccinato, ovviamente. In ogni caso, ho iniziato a scrivere perché nel tempo che mio figlio ha finito lo svezzamento e mangiava normalmente, mi ero liberata di tutte le mie allergie dovute alle cure per la sclerosi passate dei medicastri.

È stato un successo totale dato che ho ricostruito un microbioma funzionante che mi consente di assorbire molti più nutrienti dal cibo rispetto a prima, il che spiega perché godo di tanta più energia di anni fa. Ho ancora qualche problema con il glutine, i latticini, la soia e alcuni funghi, ma mi viene facile pensare che questi non siano comunque cibi adatti a tutti. Questa è un’affermazione molto provocatoria, lo so, ma il grano moderno è diventato sempre più velenoso quanto più cose facciamo al suo genoma, e per quanto mi riguarda i latticini sono alimenti per i cuccioli di specie non umane. Sto bene complessivamente ma, soprattutto, non ho più avuto un episodio di SM da allora. Mio figlio ora ha 17 anni ed è un bel ragazzone alto, molto sensibile e intelligente. E non si ammala mai.

Per parlare direttamente con l’ostetrica, telefonare a Gabriella Fois al +39 347 9997092

Funziona!

Questa cliente non specifica il problema su cui si stava lavorando, ma lungo il suo percorso è riuscita a trovare l’amore – di cui era molto contenta.

Per parlare con l’autore della testimonianza:

tel. +39 339 867 6966

e-mail: sonia.fratini@alice.it

Testimonianza sull’insegnamento

Da F.S., Operatrice olistica, 42 anni:

“Ho avuto il piacere di conoscere Grace durante uno dei corsi che abbiamo frequentato insieme come studenti, ma lei era già avanti con gli studi e come terapeuta da un po’ più di tempo di me. Quello che ho potuto notare in lei, a parte la sua vastissima conoscenza e cultura generale, è la sua naturale propensione per l’insegnamento. Non tutte le persone hanno questa dote. Lei sa trasmettere concetti anche difficili con una naturalezza incredibile, rendendoli comprensibili per chiunque. Ha un metodo basato sulla semplicità ed è una persona sempre molto disponibile, gentile e umile. Grazie a lei ho potuto imparare meglio degli argomenti difficili, lasciandomi anche andare con la fantasia, e mi ha dato il coraggio di fare delle cose più bizzarre! Tutto questo mi ha dato un grande entusiasmo, perché quello che ci tramanda ci fa anche stare molto meglio.”

disclaimer

I risultati individuali possono variare, non si pretende che le testimonianze rappresentino dei risultati standard. Tutte le testimonianze provengono da pazienti reali e potrebbero non riflettere l’esperienza di un altro paziente e non intendono rappresentare o garantire che qualcuno otterrà risultati uguali o simili. Ogni persona ha un livello unico di impegno, esperienze, abitudini di esercizio, abitudini alimentari e applica le informazioni in modo diverso. Pertanto, le esperienze che condividiamo, pervenuteci da persone che testimoniano i loro risultati, potrebbero non riflettere l’esperienza di altri utenti, ma questi risultati che abbiamo esposto sono intesi come una vetrina di ciò che questi testimoni hanno raggiunto. La nostra consulenza non sostituisce una visita medica e non effettuiamo diagnosi di condizioni mediche. Si prega di consultare un medico prima di applicare qualsiasi consiglio, esercizio o programma di dieta.